Artroscopia di spalla: cos’è. L’artroscopia è un intervento che si esegue con due, tre e a volte quattro buchetti in una articolazione, che può essere la spalla o una qualsiasi altra articolazione, che ci permette, rispetto ad esempio a 30 anni fa quando si facevano lunghi interventi a cielo aperto con grandi cicatrici alle spalle, ad esempio di ricostruire i legamenti o riparare altri danni alla spalla.
È una tecnica mini-invasiva che si esegue con delle piccolissime incisioni attraverso le quali si introduce, all’interno dell’articolazione, un microscopio collegato ad un televisore che ci permette di ingrandire 100 volte appunto le strutture dell’articolazione e ci permette di lavorare.
Nella spalla ormai viene utilizzata sia per riparare i tendini della spalla, i famosi tendini della cuffia dei rotatori, o anche molto spesso per riparare i legamenti quelli che, quando sono rotti, purtroppo non mantengono la spalla stabile.
Per cui attraverso questi piccoli buchetti si inseriscono dei microscopi collegati ad un televisore come quelli che abbiamo in casa – all’inizio le televisioni attraverso cui guardavamo erano piccole tipo con un monitor di 15 cm mentre adesso il monitor è grande anche 50 cm – che ci consente di vedere ingrandite le strutture all’interno dell’articolazione quando operiamo.
Come detto, attraverso i buchetti che pratichiamo, vengono inseriti dei microscopici strumenti che hanno delle punte di 2 – 3 mm, che sulla televisione sembrano giganteschi, e ci permettono di seguire dei tunnel, di mettere dei punti attraverso dei tessuti strappati, di inserire delle piccole viti.
All’inizio si utilizzano delle viti, sia per i legamenti che per fissare i tendini della spalla e i legamenti della spalla, in metallo ma adesso sono addirittura fatte in un materiale che si riassorbe nel giro di due o tre anni trasformandosi in osso, cosa inimmaginabile fino a 20 o 30 anni fa.
L’intervento in artroscopia ci permette, ingrandendo così tanto le nostre strutture, di fare una diagnosi ancora più precisa di quella che si fa con una risonanza magnetica che, per quanto sia approfondita, è sempre una scienza delle ombre.