La Cuffia dei rotatori. Come è strutturata la cuffia dei rotatori? È un gruppo di tendini molto importante. La spalla è una articolazione molto complessa. È fatta sostanzialmente da due ossa: l’omero, che è una specie di palla, e una scapola che a livello dell’articolazione funziona come una conchiglia. Poi ci sono i muscoli ed i tendini che ci aiutano appunto a ruotare la spalla nell’arco del movimento specialmente quando vogliamo alzare il braccio.
Scendiamo però nei particolari: qual è la funzione specifica della cuffia dei rotatori? In che modo coinvolge sia i muscoli che i tendini?
La funzione specifica della cuffia dei rotatori coinvolge sia i muscoli che i tendini.
Spesso le lesioni della cuffia dei rotatori avvengono semplicemente per l’età. È un po’ come avere i capelli bianchi: qualcuno li può appunto avere a 30 anni, a 35 purtroppo e qualcun altro a 60-70 come spesso succede. Così anche i nostri tendini.
Alle volte si possono rompere per traumi a livello della spalla, non soltanto per una botta diretta ma anche quando si cade col braccio in avanti magari per parare il colpo.
Sintomi
Quando la lesione è traumatica, i sintomi sono molto più rapidi e il primo sintomo, oltre al dolore, è che non si riesce a alzare più il braccio perché questa cuffia, come dicevamo prima, ci serve proprio per alzare il braccio nei piani dello spazio.
L’altro sintomo è il dolore, il dolore cronico che sveglia il paziente di notte e che porta appunto al famoso sintomo della capsulite o spalla congelata.
Diagnosi
Sicuramente l’esame principe per accertare una vera e propria lesione della cuffia dei rotatori è la risonanza magnetica che ci fa vedere bene questi tendini della cuffia dei rotatori perché fa vedere le strutture molli non tanto l’osso.
Ma non dimentichiamoci anche della radiografia che è molto importante perché a volte se si osserva troppa attenzione sul tendine della cuffia dei rotatori, si dimenticano altri particolari come per esempio le calcificazioni della spalla che sono molto frequenti e che quindi bisogna rimuovere durante l’intervento. Oppure altre problematiche come per esempio l’artrosi.
L’artrosi è molto importante ed è una controindicazione all’intervento per riparare la cuffia dei rotatori.
L’intervento in artroscopia
L’artroscopia è una metodica minininvasiva che si esegue con dei piccoli buchetti di mezzo centimetro in anestesia locale, per la maggior parte delle volte, nei quali si inseriscono appunto dei microstrumenti, tra cui anche un’ottica, che ci permette di ingrandire le varie strutture.
Durante l’intervento si danno dei punti da parte a parte che servono per chiudere la sutura e questo è il momento più importante. Si inseriscono delle piccole vitarelle all’interno dell’osso, che sono attaccate a dei fili, che permettono poi di far uscire questi fili che consentono di finire la sutura della cuffia dei rotatori e riattaccare il tendine all’osso.
Ci sono tante novità nella chirurgia artroscopica che si rinnova giorno dopo giorno (anche se era già moderna 30 anni fa).
Precedentemente venivano usate ancore metalliche (una prima versione delle nostre ancore metalliche che sono più invasive ma chiaramente era un progetto iniziale).
Adesso invece utilizziamo delle ancore mini invasive più sottili e fatte di filo per cui i nostri pazienti non devono avere più paura delle viti che si mettevano all’interno dell’omero, nella spalla per riparare queste lesioni perché non c’è più bisogno chiaramente neppure di rimuovere questo tipo di mezzi di sintesi.
Professore però, prima di arrivare all’intervento chirurgico, con quali esami si accerta una vera e propria lesione della cuffia dei rotatori?
Post operatorio
L’intervento dura addirittura 15-20 minuti nella maggior parte delle volte e quindi la parte più importante è il post-operatorio perché il paziente deve stare fermo con un tutore per almeno 20/30 giorni anche se nei primi giorni può già togliere il tutore per fare qualche piccola attività come scrivere a mano, a macchina o portare addirittura il cibo alla bocca piano piano.
La riabilitazione è fondamentale anche per esempio la riabilitazione in acqua che ci permette di recuperare il movimento in modo più dolce e fisiologico.